Guarda che dritto!

Successo per il primo corso di tennis dedicato agli utenti diversamente abili della cooperativa sociale “Amalia Guardini”

Nato da una sfida fatta per scherzo si è rivelato un'utile e gradita sorpresa. Si tratta del corso di tennis, svoltosi nei mesi di aprile e maggio, al quale hanno partecipato dodici utenti della cooperativa sociale “Amalia Guardini” di Rovereto, sostenuti dal “2001 Team” e dal Club di Trento del “Panathlon International”.

Un risultato che ha sorpreso il direttivo della cooperativa, che non si aspettava che tutti i partecipanti potessero in qualche modo superare l'ostacolo dei loro deficit cognitivi ed imparare ad usare la racchetta facendo anche dritto e rovescio. “Abbiamo capito che il tennis è uno sport fattibile per le persone diversamenti abili”, dice con soddisfazione il direttore, Michele Paissan. Gli utenti della cooperativa fanno regolarmente educazione motoria in palestra, ma non discipline sportive. “Si è trattato del primo corso di tennis non solo per noi ma credo anche per le altre cooperative sociali trentine del settore”, aggiunge Paissan.

I ragazzi sono stati attentamente seguiti da Matteo Lazzizzera presidente del Club Panathlon di Trento e preparatore atletico della Baldresca, dove si sono tenute le sei lezioni il giovedì mattina. Un'ora molto impegnativa, con quindici minuti di riscaldamento e apprendimento dell'equilibrio, ai quali seguivano la manipolazione e il lancio delle palline, l'utilizzo della racchetta, con le varie posizioni, e il palleggio. In campo i maestri Samuele Carraro e Federico Polvani.

“Alla fine i ragazzi volevano arrangiarsi e erano i primi a notare se mancava qualcosa nel percorso”, afferma Simonetta Mutinelli, la mamma di Beatrice una delle utenti della Guardini. Simonetta, che ha significativamente contribuito all'organizzazione del corso, ha avviato la figlia già quattordici anni fa al gioco del tennis. È stata la ragazza, che ora ha vent'anni, ormai esperta, a “sfidare” il direttore Paissan: “Vuoi vedere che se giochiamo vinco io?”, gli ha proposto un giorno. E da lì è nato tutto. Beatrice ovviamente non poteva partecipare al corso, troppo brava per i compagni.

“Sono rimasta positivamente stupita dall'interesse mantenuto nel tempo dai ragazzi”, sottolinea l'operatrice Elisa Modena, che ha coordinato l'intera organizzazione. “Un'ora di esercizi e concentrazione è molto per loro, eppure volevano arrivare fino alla fine. Li ho trovati molto coinvolti e attenti”. Al termine del corso i partecipanti hanno ricevuto in omaggio una maglietta bianca con la scritta “sport, fairplay, solidarietà” e il gagliardetto della Panathlon, oltre al berrettino bianco del C.O.N.I, consegnato dal presidente Giorgio Torgler.

Ha partecipato anche Elena, tirocinante di scienze cognitive, che ora sta scrivendo un articolo sul progetto per una rivista.

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