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Le riforme, a partire da quella del Senato, la “rottamazione” (“fra 10 anni – ha assicurato – non dovò più fare questo mestiere”), passando per l’Europa, l’emigrazione, la comunicazione e i mal di pancia con la Rai: dal palco del Festival dell’economia di Trento, nella prima uscita pubblica dopo il voto europeo il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha parlato per un’ora toccando tutti i temi che gli stanno a cuore.
Intervistato dal giornalista Enrico Mentana, Renzi ha toccato per primo proprio il tema dell’Europa. “Non c’è una riforma unica che risolve tutto, serve uno sguardo d’insieme. Riguardo alle raccomandazioni della Commissione europea non ho particolari timori Ciò che conta è semmai cosa i Governi si attendono dalla Commissione. Primo: oggi abbiamo una congiunzione astrale irripetibile. la convinzione diffusa che le scelte fatte fin’ora, tutte centrate su parametri di rigore, non ci hanno consentito di uscire dalla crisi. Il resto del mondo ha fatto scelte diverse. Poi bisogna discutere anche chi ha rispettato i parametri dell’Europa, perché finora solo Germania e Italia lo hanno fatto. Secondo: bisogna cambiare i vertici delle istituzioni. Il voto non ha espresso una maggioranza assoluta verso un candidato o un altro. Non c’è un problema Junker. Quello è un nome, non il nome. Il voto non ha espresso una richiesta forte su un nome ma su ciò che dovrà fare la Commissione. Terzo: cosa farà l’Italia. Noi vogliamo andare a fare un discorso ambizioso a Strasburgo, non un discorso di piccolo cabotaggio. E ancora: ci sono 183 miliardi di fondi europei e di fondi per la coesione e sviluppo che dobbiamo spendere bene. Quindi, la politica deve tornare a fare il suo mestiere, oppure nessuna misura economica la salverà”.
Europa, energia, immigrazione Mentana, facendo anche riferimento alla presenza dell’Ad della Fiat Sergio Marchionne in sala (atteso poi al Teatro Sociale), ha sottolineato come Renzi si sia assicurato con le ultime elezioni “il 40% del mercato”. Forte di questo risultato, l’Italia può chiedere in Europa il commissario, il presidente dell’eurogruppo o qualche altra carica? Secca la risposta: “Il Pd italiano è il partito che ha preso più voti assoluti in Europa, più della Cdu. Ma non credo che l’Italia debba fare una battaglia all’Insegna dell’italianità. Noi dobbiamo dire: l’Italia porta alla discussione un pacchetto di proposte concrete. Ad esempio, sull’energia”.
Poi l’annuncio:”Entro luglio farò un provvedimento che si chiama ‘sblocca-Italia’, che lascerà fare alla gente quel che vuol fare e consentirà di sbloccare interventi fermi da 40 anni” ha annunciato, spiegando che entro 15 giorni i sindaci dovranno scrivere a Palazzo Chigi, indicando i problemi locali: “Dagli investimenti bloccati per l’imprenditore al sindaco bloccato dalla sovrintendenza, fino all’imprenditore straniero pronto ad investire a Milano se non avesse i permessi bloccati”. A Palazzo Chigi, ha detto ancora Renzi, ci sarà la cabina di regia del ‘sblocca-Italia’ che “avrà un responsabile ad hoc”.
“E’ ora di chiuderla con la stagione politica degli alibi – ha concluso Renzi -. Se non facciamo le riforme, è colpa mia. Abituiamoci ad avere politici che si assumano responsabilità”.
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