Baldi Rossi trova il canestro che riporta lo svantaggio sotto la doppia cifra: 53-61 a meno 8 dal termine. Il tempo passa velocissimo, il tabellone non si muove per altri due minuti, finché Pascolo, dopo essersi preso il rimbalzo difensivo sconquassa la difesa avversaria e mette nel cesto il canestro del -6. Esplode il PalaTrento, ma è un grido che muore in gola ai 4 mila presenti, gelati da Mancinelli. Risponde ancora l’mvp, imprendibile. Nuovo boato, ma ancora non basta.
La Manital perde lucidità al tiro ma arriva sempre prima sul rimbalzo. Due falli di Triche, il secondo manda il lunetta Bowers. Entra il primo libero, +7: è il penultimo pallone che si infilerà nel canestro piemontese. Poi è ancora Pascolo graffiare: -5, un mostro. Torino ora ha paura per davvero. La luce della riserva comincia a lampeggiare e diventa fissa quando Baldi Rossi trova, parole sue a fine gara, “un tiro che non centra niente” dall’arco (-2), per poi andare a prendere l’ascensore e stoppare Mancinelli lanciato in contropiede a canestro. Si vede la fine di un tunnel durato 37 minuti, durante i quali l’Aquila ha dovuto sempre inseguire. La luce arriva un minuto più tardi, con la bomba di capitan Forray, un tango argentino che significa sorpasso a due minuti alla sirena. 65-64.
Pascolo prova a mettere il colpo del ko, la ciliegina sulla torta di una prestazione sontuosa, ma il suo tiro da tre muore sul ferro. Anche il canestro di Torino è diventato piccolo piccolo. Sbagliano Steele e Amoroso, Baldi Rossi si prede il secondo rimbalzo. Qui comando io, sembra voler dire il centro trentino. Passano i secondi, questa volta lentissimi. Ne mancano 28 quando Triche trova il canestro del +3. 4.000 in piedi per tenere lontano dal canestro l’ultimo attacco piemontese Dieci secondi, nove, otto, Evangelisti prova a rimettere la gara in parità ma sbaglia. È fatta. Torino termina i falli e manda Triche in lunetta. Due su due. È finale, il sogno continua.
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