L'Aquila torna a graffiare, dopo il brutto stop di sabato scorso. Serie sull'1-1 che ora si sposta a Torino. I ragazzi di coach Buscaglia scenderanno in campo venerdì e domenica per altre due sfide infuocate
Il capitano Forray: “Anche a Torino dobbiamo giocare con questa energia e questa grinta”
Voleva una squadra di tigri inferocite il presidente Longhi alla vigilia del secondo match di semifinale contro Torino. Lunedì sera, Forray e compagni non l'hanno deluso, battendo 79-66 la Manital e pareggiando la serie che ora si sposta in Piemonte.
Non era facile rialzarsi dopo la scoppola di gara uno. Ma oltre ai meriti di Torino, sabato scorso, tanti erano stati i demeriti di un'Aquila apparsa la copia sbiadita della corazzata ammirata in regular season; 42 a 60 l'impietoso finale di una gara nella quale gli uomini di coach Buscaglia, pur difendendo bene, avevano fatto registrare bassissime percentuali al tiro: 18 su 45 nel pitturato e appena 1 su venti da tre punti.
Una sberla quel -18 alla sirena, con appena 48 ore per resettare tutto e ripresentarsi sul parquet del PalaTrento per rimanere aggrappati alla serie. Serviva un match all'altezza dalla squadra che ha concluso al primo posto il campionato di Lega Gold. Serviva una prova di forza, di nervi e di carattere.
E così è stato; gara dura, intensa, in una cornice di 2.300 supporters vogliosi di far tornare a vibrare il PalaTrento che trattiene in fiato solo nei primissimi minuti quando i gialloblu piemontesi, come in gara 1, provano a scappare via con Mancinelli e Amoroso, richiamato però in panchina dopo pochi minuti da coach Pillastrini, dopo il secondo fallo personale. La reazione bianconera stavolta non si fa attendere. L'Aquila corre ai mille all'ora, Baldi Rossi e Pascolo rovesciano il punteggio. Due canestri di Triche e una bomba di Fiorito, subentrato a Bj Elder che, dopo una lunga assenza (si era infortunato nell'ultima gara di campionato contro Biella) è ritornato seppur a mezzo servizio nel quintetto iniziale, mettono le ali all'Aquila che chiude il primo quarto 31-16.
Torino scivola anche a -19, in balia di Trento, e a metà gara il tabellone dice 47-33. È una belva ferita, ma non uccisa, che non vuole alzare bandiera bianca. Nel terzo quarto Fiorito rilancia la fuga con due “bombe” consecutive (+17), ma i piemontesi non ci stanno e accorciano fino al 59-49. Dieci punti di vantaggio con dieci minuti ancora da giocare, un'eternità nel basket.
Ogni palla è pesante, ogni centimetro fa la differenza. I 2.300 spingono Forray e compagni all'impresa: vanno in apnea, fischiano, applaudono, esplodono alla bomba di Bj Elder che riporta il vantaggio aquilotto in doppia cifra. L'americano Steele è l'ultimo ad arrendersi. Il gap torna a otto punti, poi risale a dodici a cinque dalla sirena fino al 79-66 finale. Uno a uno, palla al centro e prossime due gare al PalaRuffini, venerdì e domenica.
“La chiave della vittoria di questa sera? Non ci siamo abbattuti dopo gli errori iniziali e siamo stati concentrati per 40 minuti”, commenta a caldo il capitano Toto Forray. “È una semifinale play off e nessuno ti regala niente. Anche a Torino dobbiamo giocare con questa energia e questa grinta, per vincere almeno una partita. Come abbiamo fatto per la sconfitta di sabato, dobbiamo metterci alle spalle anche questa vittoria e cominciare subito a pensare alla gara di venerdì prossimo”.
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