“Cari, davvero cari amici, nei mesi appena trascorsi ho incontrato e salutato molti di voi. Incontri che hanno dato voce alla mia gratitudine. Ma ho visitato con gli occhi del cuore tutti voi, uno per uno, con lo stesso moto di gratitudine. Mi è chiaro, ora, come il senso della vita sia un intreccio di relazioni. E' l'intensità di queste che alimenta, esprime, dà colore e luce alla vita terrena.
Una vita davvero umana sboccia da una relazione e anela alla relazione.
Ed io grazie a voi, con ciascuno in modo particolare e diverso, ho fatto un tratto di strada verso la pienezza di questa esperienza. Arrivo un momento in cui si può anche immaginare, vedere, sperimentare che il nostro essere relazione può andare oltre un corpo fisico. Una malattia e una vecchiaia che limitano tante possibilità di vita su un piano possono schiudere esperienze di relazione – e perciò di vita – su altri piani, più liberi e liberanti. Quanti hanno camminato con me, si sono chinati su di me, mi si sono seduti accanto nella fatica anche in modo non fisico! Tutti voi mi avete sospinto insieme oltre “l'avere relazioni” verso “l'essere in relazione”.
Ora mi ha chiamato colui che è RELAZIONE e sono scivolato dolcemente, facilmente, dalle vostre braccia alle Sue. Avete seminato molto per me. Tornate pieni di gioia per la messe che avete raccolto. Ancora una volta, oggi, grazie per il dono che volete consegnare alle mie mani perché essere fatto fluire verso la Vita che chiama”.
(dallo scritto di Alessandro Fedrizzi agli amici)
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