Nel rapporto annuale della Caritas di Bolzano-Bressanone la fotografia di un disagio materiale e immateriale
Bolzano – La crisi non risparmia il ricco Alto Adige. Benché in misura minore rispetto ad altre regioni italiane ed europee, anche il Sudtirolo subisce le conseguenze della crisi globale. È quanto emerge dal rapporto annuale della Caritas di Bolzano-Bressanone, presentato al pubblico martedì scorso. “Povero Alto Adige” il titolo di un documento che si apre con la descrizione degli indicatori del disagio matImmagine1eriale e immateriale. “Nel 2013 – si legge nella relazione – la situazione del mercato del lavoro si è decisamente aggravata e ciò è stato percepito da molti servizi della Caritas. Numerose persone sono ora in cerca di un posto di lavoro anche nel settore sociale e si rivolgono alla Caritas nella speranza di trovare un impiego. La situazione è ancora più grave per quelle persone che già normalmente hanno difficoltà nella ricerca di un posto di lavoro come per esempio i senzatetto, i disabili, le persone con disturbi mentali o di dipendenza, i migranti e gli ex-detenuti”. Gli ultimi dati, relativi ad aprile, parlano di un totale di 16.109 disoccupati. Una cifra minore rispetto ad altre realtà, che è però pur sempre il doppio del numero delle persone in cerca di lavoro registrato nel 2008.
Un secondo indicatore è la casa. “Aumentano le persone che si rivolgono alla Caritas perché con il loro stipendio non riescono a sbarcare il lunario. Le cause di ciò non sono spese incontrollate per beni di lusso o vacanze”. Si tratta piuttosto di “uomini e donne che non riescono a pagare di tasca propria gli affitti o le bollette dell’energia elettrica, e il loro numero è purtroppo in costante aumento”. Il fenomeno è avvertito in modo particolare dal servizio di “Consulenza debitori”, che ha registrato nel 2013 un incremento di contatti dell’11 per cento (tra le persone che vi si sono rivolte per la prima volta). La Caritas altoatesina, negli ultimi tre anni, ha pagato affitti per un importo di oltre 80mila euro e bollette della luce e del gas per circa 60mila euro, per conto di persone che in altri modi non ce l’avrebbero fatta.
Non si tratta solo di povertà materiale. Spesso sono la solitudine e la mancanza di una rete di relazioni positive a rendere disperata la situazione del singolo, la quale constatazione chiama in causa la responsabilità di ogni cristiano e della comunità. “Alcuni servizi – leggiamo nel rapporto – hanno osservato un aumento significativo della mancanza di speranza e dello sconforto. Sempre più persone non solo non riescono a far fronte alle sfide che pone la società moderna, ma si sentono anche lasciate sole e trattate ingiustamente, manifestando così la loro profonda sfiducia nelle istituzioni pubbliche. Le paure esistenziali permanenti e la pressione delle difficili condizioni di vita indeboliscono la solidarietà sociale e inaspriscono il tono del dibattito pubblico”. Lo si percepisce soprattutto in prossimità degli appuntamenti elettorali oppure in occasione del recente scandalo delle “pensioni d’oro”. La sensazione persistente di insicurezza e di impotenza spesso porta anche a problemi psichici o di altra natura. “Questa tendenza è particolarmente evidente al servizio Caritas di sostegno telefonico: il numero dei contatti è aumentato del 16 per cento rispetto all’anno precedente”.
Il rapporto “Povero Alto Adige” è scaricabile dal sito www.caritas.bz.it.
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