A Roma per incontrare Francesco anche una delegazione dell’Associazione diocesana di Trento
Sono questi verbi il mandato che Papa Francesco ha consegnato ai 9.000 tra delegati, presidenti parrocchiali e assistenti dell’Azione Cattolica incontrati sabato 3 maggio in Sala Paolo VI a conclusione della XV Assemblea nazionale dal titolo ”Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere”. Tra di essi anche una delegazione dell’Associazione diocesana di Trento guidata dalla presidente Maddalena Ciaghi, dalla vice per il settore giovani Silvia Panizza e dalla responsabile diocesana per l’ACR Sara Consolati, che quanto delegate hanno condiviso precedentemente i lavori assembleari.
L’Assemblea è stata l’atto conclusivo del lungo cammino che ha visto coinvolte, dallo scorso autunno, le associazioni parrocchiali, diocesane e le delegazioni regionali dell’Ac nel rinnovare democraticamente i propri dirigenti e delegati per giungere infine all’elezione del nuovo consiglio nazionale.
Atto conclusivo ma non formale e scontato, che dalla relazione del presidente uscente Franco Miano, che lascia dopo due mandati (non rinnovabili) la guida dell’associazione, ha portato all’approvazione, dopo lunga discussione, del documento assembleare che esprime le indicazioni programmatiche per il prossimo triennio, espressione del vissuto associativo alla luce del Vangelo e secondo le indicazioni del Magistero, che troverà concreta attuazione nei contenuti formativi e nella programmazione associativa a livello nazionale e diocesano.
Ma è stato nell’incontro con il Santo Padre che le parole, i confronti, le diversità, che hanno caratterizzato i lavori dell’assemblea hanno trovato il giusto incoraggiamento tradotti nel messaggio diretto e schietto che Papa Francesco ha lasciato come esplicito mandato per un’associazione che vuole essere nella sua espressione popolare nella Chiesa e nel mondo a servizio di ogni persona, per essere forza e sostegno sulle strade della vita e nel cammino della fede.
Nei verbi rimanere, andare, gioire, il Santo Padre ha consegnato all’Ac ed a tutti i laici la sintesi del suo messaggio, ma ancor più uno stile di presenza, di apostolato, di vita da cristiani. Lo stile di chi non scende a compromessi per rinnegare la propria fede ed il valore della Vita ma che sa scendere sino a terra per sollevare chi è caduto, chi è lontano, chi è emarginato. “Con questo rimanere in Gesù, andare ai confini, vivere la gioia evitando queste tentazioni, eviterete di portare avanti una vita più simile a statue da museo che a persone chiamate da Gesù a vivere e diffondere la gioia del Vangelo”. Parole forti, incoraggianti, esigenti, non negoziabili. Con un efficace consiglio finale che rende la concretezza che deve assumere la formazione e ed il servizio del laico di Ac: “Se voi volete ascoltare il consiglio del vostro Assistente generale, siate asinelli, ma mai statue di museo, per favore, mai!”.
Il presidente della Cei, card Angelo Bagnasco, nel suo saluto, ha incoraggiato a non perdere l’essenzialità di questa particolare esperienza associativa: “Il radicamento dell'Azione Cattolica appartiene alla natura dell'associazione, alla sua origine e principio. Non perdete mai questo valore che vi caratterizza dall'origine e mettete ogni impegno per allargare e approfondire quest'esperienza” nell’esprimere una presenza che è concreta e quotidiana dentro la vita della Chiesa. Con fiducia ha incoraggiato i sacerdoti ad accompagnare e sostenere il cammino dell’Associazione “Cari sacerdoti non siete soli: questa gente è con voi. È questo il Popolo delle beatitudini: senza la grazia non possiamo fare niente, dobbiamo essere là dove viviamo nei nostri ambienti, nei luoghi di lavoro".
Ora il cammino, anche per l'associazione diocesana trentina, continua nelle parrocchie in una formazione che vuole essere popolare, per tutti e aperta a tutti.
Lascia una recensione