Primo Maggio in officina a Mattarello, come avviene da 19 anni. L'omelia di mons. Bressan per San Giuseppe Lavoratore. E le preghiere delle fedeli “interpretano” le richieste dei disoccupati
Automobili sui ponti idraulici, pneumatici accatastati sugli scaffali e molti strumenti di lavoro. Un originale scenografia ha accolto nel giorno del Primo Maggio l’arcivescovo Luigi Bressan nell'ospitale Officina Demattè, a Mattarello, per festeggiare e onorare con quella comunità San Giuseppe lavoratore. Una bella tradizione che si rinnova da diciannove anni, coordinata dal promotore Bruno Pintarelli e sempre sostenuta dal parroco don Antonio Brugnara fin dal 1996.
Mons. Bressan ha celebrato l’eucaristia, assieme al parroco e a padre Sergio Abram, con i canti animati dal coro degli anziani “A. Pomini” diretto dal giovane Giacomo Dossi con accompagnamento al piano di Francesco Valenti.
Nell’omelia il vescovo ha preso lo spunto dal Vangelo che parla dell’amore di Dio Padre e della fatica che fa parte del nostro essere ed anche Gesù, figlio del falegname Giuseppe ha provato questo. Un lavoro che ha bisogno di dignità. “E la vera dignità – ha osservato Bressan – consiste nel servizio dei fratelli, secondo le proprie capacità e soprattutto oggi con tanta disoccupazione, operai e imprenditori devono collaborare per far fronte, tutti insieme, alle difficoltà per aprirsi alla condivisione e solidarietà”. Ai giovani ha ripetuto l’appello lanciato qualche tempo fa da Papa Francesco: “Trovate il coraggio di rischiare”. Ed ha soggiunto: “Non dobbiamo perdere la speranza: il fatto che ci troviamo qui è segno evidente che abbiamo bisogno della preghiera e quindi abbiamo fiducia nel Signore che è garanzia di ascolto”.
Dall'ambone, nelle preghiere dei fedeli, si è invocato il Signore proprio per il lavoro: “Affinché le esperienze di Cooperazione trentina riscoprano lo spirito che le ha generate e siano nella nostra società forza di promozione di nuovi posti di lavoro e di attenzione sociale”. Per le aziende in crisi, gli artigiani che faticano a portare avanti il loro lavoro, per i dipendenti e gli operai che guardano con paura il loro futuro: “Perché sia data loro, dalla misericordia di Dio, la grazia di superare presto questo momento di prova in un rinnovato patto sociale”. Ed inoltre: “Perché ad ognuno venga data la possibilità di essere artefice del proprio futuro e di mettere a disposizione la propria professionalità per la crescita di tutti”. Una preghiera anche per chi è morto sul lavoro e per quanti hanno rinunciato alla vita per la disperazione dei debiti o la perdita dell’impiego: “Perché il Signore ci doni una carità pronta per non lasciare soli i loro cari”.
In chiusura è intervenuto il cavalier Pintarelli chiedendo a monsignor Bressan la sua presenza anche per il prossimo anno in occasione del ventesimo appuntamento del 1° maggio a Mattarello, iniziato con l’arrivo di don Antonio che “tutti stimiamo ed apprezziamo per quello che continua a fare tra noi”. Applauso generale dei circa 250 presenti. Poi ha riferito che le offerte raccolte saranno devolute, come lo scorso anno, alla signora Katia, rimasta vedova con sei figli asserendo “che con un anno in più avranno anche qualche esigenza maggiore”. Il parroco ha donato a tutti gli artigiani, commercianti ed imprenditori l’immagine ritraente il gonfalone dell'Annunciazione del Signore a Maria presente nella chiesa di Mattarello; la stessa che porterà nelle famiglie in occasione della benedizione, iniziata questa settimana. Un rinfresco ha chiuso, sotto il sole, nel piazzale dell’officina, il ritrovo tra i lavoratori e una comunità attenta alla loro condizione.
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