Bolzano – Malgrado la crisi ucraina, alla cui degenerazione ha contribuito anche il referendum sull’indipendenza tenutosi in Crimea, il cosiddetto “Gruppo di lavoro per l’autodeterminazione” (“Arbeitsgruppe für Selbstbestimmung”), che riunisce in Alto Adige le varie forze politiche che hanno la secessione nei loro programmi elettorali, non rinuncia a proseguire nelle proprie campagne. È di questi giorni la pubblicazione dei risultati di un sondaggio condotto ai primi di marzo a livello nazionale (escluse le province di Trento e Bolzano), in cui gli intervistati si esprimerebbero al 71,8 per cento a favore di una consultazione sull’autodeterminazione per decidere il futuro del Sudtirolo (la domanda: “In Provincia di Bolzano molti chiedono di fare uso del diritto all’autodeterminazione. Lei è d’accordo che la popolazione della Provincia di Bolzano decida con un referendum della propria autodeterminazione in modo pacifico e democratico?”). In questo, secondo i promotori, gli italiani dimostrano “maturità politica” e sono “un esempio per tutta l’Europa”.
Negli stessi giorni il ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz, intervistato a Merano (in occasione del congresso della Svp) dal quotidiano Dolomiten, afferma “che l’unica via intelligente e realistica è quella della piena autonomia” e che “le fantasie di un libero stato e dell’indipendenza portano le persone fuori strada. Non si può girare al contrario la ruota della storia”. Rispetto all’Alto Adige, Kurz è convinto che continuerà a prosperare e ad essere “un esempio per la soluzione dei conflitti con le minoranze non solo in Europa, ma anche nelle regioni limitrofe”.
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