Luserna. Abhijat Sharma, Bobo Gueye, Carlo Pedrotti, Dietrich Berger, Ethan Tremblay, Franz Reber, Georgi Ganchev ed altri diciannove soldati. Uomini tedeschi, italiani, boemi, serbi, cinesi, francesi, canadesi, indiani; sconosciuti di ventisei nazioni diverse che hanno partecipato in prima persona alla Prima Guerra Mondiale.
Il Centro Documentazione Luserna, da sempre attento alle vicende legate al conflitto del 1914 – 1918 che hanno visto Luserna – Lusérn in Cimbro – e la zona degli Altopiani come protagonisti, ha voluto realizzare un’installazione permanente per ricordare queste ventisei vittime e far riflettere sul drammatico conflitto di un secolo fa.
“Alfabeto della Grande Guerra. 26 lettere per non dimenticare” presenta un suggestivo quanto coinvolgete allestimento creato dall’Architetto Roberto Festi. Venstisei bare – tante quante le lettere dell’alfabeto – si trasformano in vetrine che contengono ventisei oggetti originali legati al tema della guerra; ogni bara è dedicata in ordine alfabetico ad un soldato che ha perso la vita combattendo per la patria.
La sala è un tributo ai protagonisti, ma è anche un progetto pensato per le generazioni più giovani che cerca di far riflettere di lasciare un ricordo e un’emozione diversi da una semplice didascalia o da un racconto. Oggi come cento anni fa le parole dello scrittore cimbro Andrea Nicolussi Golo rimbombano nella sala come le granate sparate nel cielo: “Balda töatn iz djüst, balda lem iz schiar a schult, balda ’z mentsch iz nemear a mentsch un njånka a vich, ma lai an ordenjo, balz iz asó saitma in kriage. Un stèrm odar lem iz gelaich! – Quando ammazzare è giusto, quando vivere è quasi una colpa, quando l’uomo non è più uomo, nemmeno bestia ma un ordigno, quando è così si è in guerra. E vivere o morire sono uguali”.
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