Aspetti simili e molti diversi. Vedere la vita da un'altra angolatura può aiutare a maturare e a mettersi in gioco. Quattro giovani della Vallagarina sono appena rientrati da un'esperienza di volontariato internazionale vissuta a Bujumbura, in Burundi, nell'ambito del Progetto “Giovani Solidali 2014”, promosso dal comune di Rovereto.
Incontriamo due di loro, Laura e Veronica (vedi box a parte), per una testimonianza e per raccogliere le prime impressioni di un viaggio che, dicono, “ha lasciato sicuramente il segno, ma che dovrà essere ancora molto rielaborato”. Con loro c'è Elena Patoner, che da qualche anno segue i ragazzi del progetto comunale per l'associazione “Spagnolli-Bazzoni” Onlus. I quattro volontari lagarini sono venuti a contatto con la difficile realtà dei ragazzi del Centro giovani Kamenge, sostenuto dall'associazione roveretana dal 2004.
Ai numerosi problemi provocati dalla sanguinosa guerra civile tra hutu e tutzi negli anni Novanta si sono aggiunti quelli dell'alluvione dello scorso febbraio, causata dalle piogge torrenziali (Vita Trentina ne ha parlato nel numero del 2 marzo). Ora ci si sta riprendendo. Anche i volontari trentini davano una mano a spalare il fango. Ma non è tanto il fare, quanto piuttosto l'orientare il proprio futuro. “Tre settimane sono troppo brevi per un lavoro manuale, il contatto con coetanei che hanno una vita molto diversa dalla loro è una possibilità di mettersi allo scoperto, di far emergere anche le proprie fragilità”, spiega Elena. “Dell'Africa mi ha colpito l'accoglienza incondizionata, la rapidità con cui quei giovani facevano amicizia, la mentalità di vivere giorno per giorno, che qui da noi non ho trovato”, dice Laura. “E il sorriso anche per le piccole cose”.
Così quelle barchette di carta costruite per i bambini, che puntualmente disfavano per chiederne la ricostruzione. “Inizialmente non capivo il loro comportamento, poi mi resi conto che con quel gesto chiedevano per se stessi quei due minuti di attenzione che difficilmente hanno in famiglia”, ricorda Malfatti. Laureata in infermieristica, Laura vorrebbe ripetere l'esperienza in maniera più prolungata (2-3 mesi) possibilmente mettendo in gioco la sua specializzazione. Anche Veronica, che ha studiato come farmacista, vorrebbe ripartire. “Un'esperienza simile ti sensibilizza – dice – e mi chiedo che cosa ci sto a fare in Trentino”. Per molti aspetti tra coetanei ci si intendeva, anche ai giovani burundesi piace trascorrere il sabato sera insieme ascoltando musica, tra cui Eros Ramazzotti. E poi molte domande sull'Italia. E una forte religiosità che permea il quotidiano, anche se mescolata con tanta superstizione. Veronica racconta alcuni episodi e la notizia diffusa dalla gente di una donna giustiziata con l'accusa di stregoneria al confine, nel vicino Congo.
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