La musica vola alto

Calano i finanziamenti, ma è sempre ricca la proposta primaverile del Festival di Musica Sacra. Anche grazie alle produzioni locali

Sono tenaci i soci del Festival regionale di Musica Sacra. Anche perché mantenere un'offerta elevata per l'ennesima edizione, la numero quarantatre, in tempi non più di forbici ma di mannaie ai bilanci dei finanziatori (reggono i pubblici, crollano i privati) è oggettivamente dura. Antonio Carlini, direttore artistico, non si vergogna a dirlo ai microfoni di radio Trentino inBlu: “La fatica è tanta: i contributi si sono ridotti in maniera vergognosa e siamo costretti, potremmo dire, ad accettare anche l'elemosina». Insomma, si fa quel che si può. Ma è pur vero che la necessità aguzza l'ingegno. E lo costringe, ben venga, a guardare in casa, ai talenti locali che sono giovani e magari non costano troppo. Nasce così il nuovo cartellone del Festival “dei due mondi”, trentino e altoatesino, rigorosamente alla pari nell'offerta delle 26 date complessive, con odore però di Tirolo: “L'anno prossimo puntiamo ad avere soci anche oltre-confine”, promette il vicepresidente Paolo Delama, che si alterna alla guida con il collega altoatesino Hans Egger, proprio come i governatori alla Regione. Carlini integra: «Abbiamo un dialogo continuo con il mondo altoatesino grazie all'orchestra Haydn e al di là della frontiera con il Ferdinandeum di Innsbruck, per recuperare musiche che appartengono ad entrambe le nostre culture». Insomma, l'Euregio è già scritta sul rigo musicale. Basta saperla leggere.

In un'inedita conferenza stampa all'ombra delle antiche volte dell'Aula S. Giovanni, sotto la sacristia capitolare del Duomo di Trento, Delama e Carlini – accanto al sindaco Andreatta e al padrone di casa monsignor Maule, decano del capitolo – sfogliano il programma del mese di concerti dal 6 maggio all'8 giugno, distribuiti su tutto il territorio regionale, con un paio di eventi decisamente episcopali: il ricordo dei cinquecento anni della proclamazione a Principe Vescovo di Bernardo Clesio (Trento, 27 maggio, chiesa di Sant'Anna con l'ensemble Feininger) ed il giubileo dell'Arcivescovo Bressan che quest'anno ricorda i cinquant'anni di ordinazione sacerdotale e i venticinque da vescovo, quindici dei quali a Trento. Il "grazie" in musica al pastore «da sempre – ricorda Delama – sostenitore del Festival» giovedì 29 maggio a Trento in San Francesco Saverio. Per l'occasione sarà anche inaugurato, con i virtuosismi di Jurgen Essl, l'organo del 1888 dei fratelli Mejer, di cui Giorgio Carli sta completando il restauro in questi giorni.

Il Festival di Musica Sacra sopravvive – dicono all'unisono i promotori di oggi citando anche quelli di ieri, come monsignor Alberto Carotta, colonna diocesana della musica sacra che annuisce in sala – per il grande attaccamento alla tradizione e il massimo rispetto delle iniziative territoriali. «Non a caso – esemplifica il direttore artistico – saremo con i nostri concerti a Borgo nella settimana della cultura e a San Michele nel Giorno dei “palazzi aperti”».

Giovani e locali, si diceva. «Al centro – concretizza Carlini – due grandi composizioni fresche d'inchiostro: quella di Nicola Segatta su antichi testi in greco della storia cristiana con il Coro Filarmonico Trentino e la Piccola Orchestra Lumière (Borgo e Trento, 6 e 8 giugno, n.d.r.); l'altra grande novità è la composizione di Antonio Casagrande “Le ultime 7 parole di Cristo sulla croce” (19 e 20 maggio, a Tuenno e Trento, n.d.r.): due modi di scrivere contemporanei ma molto diversi: uno più accademico, l'altro più estroso». Provare per credere. Anche grazie alla musica.

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