Il Museo Storico annuncia una grande esposizione sui trentini nel primo conflitto
In occasione del Centenario della Grande Guerra, da quest’anno al 2018 le Gallerie di Piedicastello, gestite dalla Fondazione Museo storico del Trentino, echeggeranno delle atmosfere plumbee e delle evocazioni suggerite dal Primo conflitto mondiale. Per cinque anni, a partire da fine giugno, il tunnel “bianco” ospiterà la mostra “I trentini nella guerra europea (1914-1920)” curata da Quinto Antonelli, responsabile dell’archivio di scrittura popolare della fondazione.
Nella galleria “nera”, invece, dal 28 luglio e per un anno, andrà in scena il percorso “la Grande Guerra sul grande schermo”, viaggio nella rappresentazione cinematografica dal 1914 ai giorni nostri, in collaborazione con il Museo del cinema di Torino, le cineteche del Friuli e Nazionale. Allo scoppio del conflitto, nel 1914, in Trentino, provincia dell’Impero asburgico, vivevano in 392mila. Tra i 55 e i 60mila uomini vennero chiamati ad indossare la divisa austro-ungarica e mandati sul fronte orientale, in Galizia, a combattere i Russi. Più di 11mila e 400 morirono, circa 12mila furono fatti prigionieri e tornarono indietro dopo anni. A casa restarono donne, anziani e bambini. Oltre 70mila di loro vennero sfollati, forse sarebbe meglio dire deportati, nelle province dell’Impero, dalla Moravia alla Boemia, nel momento in cui il Regno d’Italia, nel 1915, dichiarò guerra all’Austria e il Trentino divenne linea del fronte. Nello stesso tempo, con l’avanzare dell’esercito italiano, altri 35mila furono rastrellati e condotti nel Regno. Intorno ai 700 trentini, secondo le stime più recenti, gli irredenti, passarono il confine per vestire la divisa italiana. Tra questi Cesare Battisti, Damiano Chiesa e Fabio Filzi. Il Trentino si spopolò del 40% dei suoi abitanti. L’odissea dei trentini (al pari di altre popolazioni di confine europee) sarà rappresentata in mostra dove ci saranno oggetti, diari, fotografie, disegni e cartoline. L’andamento sarà cronologico e “non mancherà anche la dimensione violenta – ha detto il direttore della fondazione Giuseppe Ferrandi – perché ogni guerra porta con sé aberrazioni e sterminio da cui neanche i soldati trentini furono immuni”. Nella galleria “nera” verrà proposto un allestimento multimediale caratterizzato da spezzoni documentari e filmici che, partendo dal 1914, arrivano fino alle produzioni più recenti ma anche installazioni, locandine e fotografie di scena. “Non ci saranno rassegne sul tema”, ha precisato Ferrandi. Peccato, per quanto iniziative di questo tipo non siano nuove sarebbe stato interessante. Durante la presentazione è stato ricordato che, fino al 22 giugno, il forte di Cadine rimane aperto al pubblico nei fine settimana con ingresso gratuito.
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