“I bambini apprezzano e vengono volentieri alle celebrazioni, al termine delle quali ricevono il loro piccolo ‘premio’”. E le figurine? “Le realizzo al pc, le stampo, le plastifico e le distribuisco…”, spiega soddisfatto don Daniele, mentre mostra i “ferri del mestiere” dell’ormai rodata catena di montaggio. Manca solo il pacchetto, verrebbe da dire, per far concorrenza ai famosi mezzibusti dei calciatori di Serie A che da sempre fanno sognare intere generazioni.
“Ce l’ho, ce l’ho, ce l’ho, mi manca!”. Il ritornello è sempre lo stesso, anche quando i protagonisti non sono Balotelli, Palacio e Tevez, ma i soggetti proposti nelle card di “Oratoriamo”: riflessioni sull’attività dell’oratorio e sul mondo della parrocchia, immagini che invitano i bambini a partecipare agli eventi proposti alla comunità. Personaggi famosi, Obama e Papa Francesco su tutti, che dimostrano di apprezzare l’attività dell’oratorio di Aldeno con un bel “mi piace”.
Naturalmente non mancano le immagini di chi, l’oratorio, lo rende vivo, i suoi piccoli frequentatori e gli animatori. “Immaginate la gioia di un bambino che su una figurina trova la sua faccia assieme a quella di altri amici”, commenta don Daniele Morandini. La raccolta coinvolge tutta la comunità e non ci si deve stupire nel vedere una nonna che, con in mano una tabellina realizzata dal nipote con numeri barrati e non, richiede al parroco un cambio-figurina. Via la 33, dentro la 48; i “doppioni” si possono scambiare, da veri collezionisti, o portare indietro, prendendo un numero mancante.
Quella della raccolta delle figurine, però, è solo una delle tante attività proposte dalla parrocchia ai giovani aldeneri. Il sabato pomeriggio l’oratorio si riempie di bambini di età che va dalla scuola materna alle elementari (sono un’ottantina gli iscritti, ai quali poi vengono proposti anche i campeggi estivi), che partecipano ai giochi animati da una ventina tra ragazze e ragazzi, per lo più universitari. La sera partono invece le attività per i ragazzi delle medie e delle superiori.
Il tutto in una struttura moderna e funzionale (grandi sale, spazi ottimizzati, perfino una mini-palestra di roccia realizzata al piano terra), ma soprattutto aperta. Ai bambini, ai giovani, agli adulti, a tutta la comunità. “I muri ci sono, adesso però bisogna riempirli di persone”, aveva detto don Daniele nell’omelia, il giorno dell’inaugurazione, quasi otto anni fa. Obiettivo raggiunto con pieno successo. “Una bell’oratorio che non si apre all’esterno è sprecato. Le chiavi bisogna darle la comunità”, rilancia don Daniele che rafforza il concetto spiegando la sua idea di oratorio. In tre parole. “Accoglienza, perché l’ingresso non può essere mai negato a nessuno; frontiera, perché l’oratorio apre le sue porte anche a culture e religioni differenti dalla nostra, trasmettendo valori universali come il rispetto reciproco. E naturalmente disponibilità, di tutta la comunità, a rendere questo luogo vivo e accogliente, sempre”.
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