La trasferta di Trentino inBlu alle “porte aperte” della Fondazione Mach
Sei ore di diretta ininterrotta per raccontare, in una raffica di ospiti senza soluzione di continuità, i 140 anni della Fondazione Edmund Mach. Radio Trentino inBlu ha offerto così il proprio contributo per estendere attraverso le sue frequenze in tutto il Trentino l'eco della festa di San Michele all'Adige. Migliaia di persone hanno visitato aule scolastiche, laboratori, stand dimostrativi e angoli di intrattenimento, in una giornata dal cielo clemente.
In questa pagina, senza la presunzione di una sintesi mirata, una carrellata fotografica e in voce di alcune tra le tante interviste, con le relative frasi da appuntare.
LUNGIMIRANZA
Francesco Salamini, luminare della botanica e presidente della Fondazione Edmund Mach, ricorda l’avvio “politico” della sperimentazione sul genoma delle piante. «Il presidente Dellai, lo ricordo bene, mi chiese quanto sarebbe costata la mappatura. “Almeno dieci milioni di euro”, risposi. “Bene, per quella cifra faremo un ponte stradale in meno in Trentino ma la ricerca va fatta!»
PRESTIGIO
Riccardo Velasco, responsabile del Dipartimento Agricoltura, coordina la ricerca sulla genomica. L’orgoglio è motivato: «Dopo la vite abbiamo completato il sequenziamento di melo, lampone, fragola, stiamo migliorando la qualità delle mele e la resistenza delle viti: San Michele è davvero un fiore all’occhiello a livello internazionale»
SAGGEZZA
Don Renato Scoz, per 36 anni docente di religione all'Istituto di San Michele, racconta con passione al microfono il suo stile: «Con i giovani non bisogna puntare all'”occupazione”, basta la “presenza”». Parla del ritorno all'agricoltura come «un segnale dell'importanza della terra, in un Trentino povero di terra; vedo in questo una grande missione affidata ai giovani, che sono in veri custodi del creato»
PSICOLOGIA
Flavia Gasperi, responsabile del gruppo di ricerca sull’analisi sensoriale, si sofferma a spiegare come la psicologia incida sulla percezione del gusto, ad esempio per la frutta: «Abbiamo dimostrato che non esiste un dato oggettivo sulla percezione del gusto, che invece cambia molto in base alle informazioni che vengono date al consumatore. Il futuro della produzione si gioca sulla capacità di intercettare e orientare il gusto, creando ad esempio mele destinate a target specifici»
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