È un fatto: dopo decenni di assenza, i kolossal biblici hollywoodiani sono di ritorno. Noah di Darren Aronofsky è solo il primo, altri lo seguiranno presto. Se i motivi di questo sorprendente ritorno sono molteplici, la differenza rispetto ai classici del passato quali I dieci comandamenti o La tunica è soprattutto una: il pubblico a cui ci si rivolge è ora chiaramente post-religioso e non possiede gli strumenti per discernere ciò che viene dalla Bibbia, ciò che liberamente la reinterpreta e ciò che è frutto di invenzione. Il pastiche è servito, e serve a poco denunciarne la scarsa fedeltà alle fonti. Più utile forse interrogarsi su quello che un pubblico globale e disincantato troverà in un film che, pur lasciando nell’ombra il Dio creatore, chiama in causa la nostra responsabilità nei confronti di un mondo che non abbiamo fatto ma che potremmo distruggere.
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