Il susseguirsi di giornatacce contrassegnate da fatti di cronaca drammatici, da contrasti politici, da gazzarra di piazza, da silenzi inspiegabili, da guerre e troppi morti, da guerriglie che si attribuiscono ragioni religiose, ma che risultano alla prova dei fatti di tutt'altro tenore, sta narcotizzando le coscienze anche in un momento dell'anno nel quale due religioni monoteiste, la cattolica e l'ebraica, celebrano la Pasqua.
Il richiamo forte dei racconti evangelici alla passione e resurrezione di Gesù per i cristiani, la Pesach, termine che significa passaggio una delle tre feste più importanti dell'ebraismo, celebrata dal tramonto di lunedì 14 aprile al 22, sembrano disperdersi nel chiasso quotidiano, sotto le bombe e gli attentati, i sequestri e le distruzioni, le profanazioni e le offese.
I fondamenti della Pasqua ebraica si trovano nel libro dell'Esodo il quale avverte che il ricordo della liberazione di Dio del “suo” popolo, dalla schiavitù d'Egitto deve essere celebrato ogni anno, trasmettendo il racconto a tutte le generazioni. La ricorrenza è stata ricordata anche dal Papa con l'invio di un messaggio di auguri al rabbino capo della comunità ebraica di Roma, fatto oggetto di vituperi da parte del leader dei 5Stelle. Ci sono chiese fatte saltare in Africa, in Medio Oriente, devoti di tutte le religioni uccisi da gruppi estremistici. Il commercio delle armi viaggia alla grande con la spesa militare attestata a 1,73 trilioni di dollari. La Cina guida la fila delle prime 10 nazioni acquirenti davanti a Russia, Arabia Saudita, Giappone e India in barba alla fame e al sottosviluppo di una grande fetta di popolazione dei rispettivi Paesi. In Sud Sudan dove divampano gli scontri, i leader cristiani, per citare un esempio, affermano che la situazione non potrà mai essere risolta con mezzi militari; al contrario la guerra prolunga e aggrava “l'indesiderabile condizione”, mentre le parti in conflitto devono porre gli interessi del “popolo” al di sopra delle loro “ambizioni personali”. Il villaggio cristiano di Maalula in Siria a 55 chilometri da Damasco, in mano alle milizie ribelli per 4 mesi fino a pochi giorni fa, la chiesa del santuario melchita di Mar Sarkis, risalente al V secolo, è stata devastata; oggetti religiosi, immagini e libri sacri, danneggiati; icone, campane, croce scomparsi. La conta dei morti nel Paese ha superato le 100 mila vittime , 2 milioni i profughi.
In tutte le chiese del mondo vengono riproposti nel cammino verso la Pasqua, temi legati all'unità, alla riconciliazione, alla pace. I riferimenti locali rappresentano, forse, l'unica ovvia discordanza. Ecco quanto scrivono i vescovi dello Sri Lanka: “Il Signore risorto è apparso ai suoi discepoli e ogni volta Egli li onora del dono della pace. La vera pace è davvero un dono e può essere vissuta nell'unione con Dio. Condividiamo lo stesso dono di pace in questi nostri giorni, dopo una guerra che ha devastato il Paese”. Oltre duemila studenti convenuti ad Assisi per il meeting nazionale delle scuole per la pace, la fraternità e il dialogo “sui sentieri di Francesco” hanno sottoscritto un documento, chiamato “La carta di Assisi”, che sarà consegnato al ministro dell'Istruzione, contenente una serie di impegni per ridare valore e concretezza ai temi discussi. Dichiarano che per giungere alla pace è necessario educare alla pace perché ogni bambino/a , ogni ragazza/o possano essere costruttori di pace, artigiani della pace, trasformando la scuola in un luogo di eccellenza del processo formativo alla pace intesa come promozione e rispetto dei diritti umani di tutti, come promozione della giustizia, della democrazia, della legalità, del dialogo, dell'interculturalità, della solidarietà, del bene comune. In questo loro confronto i giovani sono stati sostenuti anche da Lorenzo Jovanotti, che si è esibito in un concerto improvvisando il “Cantico delle Creature” di san Francesco. In quello che resta della Settimana Santa, ma anche oltre, in base a quella che è stata la sollecitazione di Francesco, il vescovo di Roma, nella festa delle Palme, il cristiano è chiamato a rispondere alla domanda a quale delle persone del racconto della Passione di Gesù uno rassomiglia: Giuda, Pilato, Maria, il Cireneo, le donne, Pietro ecc. La domanda suona come un pugno allo stomaco della fede. Quel “chi sono io?” resta incollato nella coscienza di chi, ovviamente, intende darvi ascolto.
Lascia una recensione