Carlo Alberto era un uomo amato e rispettato, considerato un punto di riferimento, sull’altopiano, da tutti i frequentatori della montagna. Alpinista e sci alpinista di valore, nel suo negozio di articoli sportivi dispensava consigli, raccontava aneddoti, ma soprattutto trasmetteva, parlando di montagna (iniziata a frequentare da ragazzo, insieme al fratello Valerio) un entusiasmo e un’energia fuori dal comune. Che contagiava. Che rendeva felici.
Il fratello lo ricorda come un “montanaro schietto”. Vero, perché Carlo Alberto era un uomo sincero, una persona che diceva le cose come stavano, con semplicità, umiltà, a volte anche in modo deciso e contro corrente, ma proprio per questo sapevi che di lui potevi fidarti.
La nipote Mariangela, paragonandolo a un pittore capace di trasferire sulla tela le tante sfumature della vita, ha ricordato la filosofia dello zio, secondo la quale per essere felici bastava essere semplici, sinceri e vivere ogni istante della propria esistenza con intensità. Momento per momento. È questa, forse, la grande eredità che ha lasciato Carlo Alberto Banal a tutte le persone che gli anno voluto bene e che alzando gli occhi verso il Piz Galin continueranno a vederlo sciare sulle sue montagne di casa per sempre.
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