“Non chiamatela Vittoria”

Le reazioni alla proposta dello storico Cardini su Avvenire di ridenominare piazze e vie come “della Concordia europea”

.

Oltre duecento studenti di tutt'Italia sono passati questa settimana in Trentino su invito della “Cittadella della pace Rondine” per un itinerario culturale sui conflitti e la pace. Il centenario della Prima Guerra fa fiorire molte iniziative come ha rilevato in gennaio la Società trentina di Scienze Storiche (vedi Vita Trentina n° 3/2014) con l'invito metodologico di Quinto Antonelli a “non edulcorare la guerra”.

Martedì scorso dalle pagine culturali del quotidiano cattolico Avvenire un'altra sollecitazione-provocazione è venuta dallo storico Franco Cardini che riflette sul rischio delle celebrazioni nazionaliste della Prima Guerra mondiale e sulla scarsa consapevolezza nei giovani di una comune matrice europea. E arriva a formulare una proposta: “io non desidero affatto che si cancellino le lapidi in onore dei caduti o che se ne chiudano i sacrari: ma vorrei che concordemente, e immediatamente, in tutti i ventotto Paesi dell'Unione Europea si cancellasse l'appellativo di “della Vittoria” a qualunque piazza, strada, via o ponte che lo porti, e lo si sostituisse con quello “della Concordia europea”.

Le reazioni che abbiamo raccolto in Trentino non sono univoche. Ha condiviso lo spirito della proposta di Cardini il direttore del Museo Storico di Trento Giuseppe Ferrandi, il quale però osserva per la sua esperienza che “cambiare il nome di una piazza o di una via è un segno molto più forte di quel che si crede. E si suscitano spesso reazioni a catena. Si potrebbero forse trovare strumenti più adatti per aiutare a riflettere sul quel nuovo paradigma culturale che l'unità europea dovrebbe consolidare e maturare”. Anche il vicesindaco di Trento, Paolo Biasioli, memore delle diatribe a cui assiste come assessore alla toponomastica, vede in certe richieste l'effetto contrario, che riaccende le contrapposizioni. “Approvo l'idea della concordia europea, sono europeista convinto, ma la storia è un dato di fatto, che va anche rispettato”.

Molto più critico l'ex presidente degli alpini trentini, Giuseppe Demattè: “Chi parla di retorica da vincitori e vinti, dovrebbe sapere che non ci appartiene proprio: noi alpini non parliamo certo di nemico, quando poniamo l'accento sull'unità nazionale ritrovata – osserva Demattè su basi storiche: “Siamo nati nel ricordo dei 50 mila morti sull'Ortigara, rimasti a terra in pochi chilometri: la tragedia della guerra non si cancella certo con nuove tabelle. Ma allora, secondo Cardini, dovremo eliminare tutte le vie dedicate alle varie battaglie della storia…” conclude e avvisa: “Queste proposte non fanno altro che accendere contrapposizioni passate”.

Lo storico Lorenzo Baratter, ispiratore della mostra sull’alfabeto della guerra a Luserna, plaude al segnale culturale di Cardini “per evitare il rischio che questo centenario della guerra mondiale finisca per esaltare i nazionalismi, invece di aiutare a riscoprire la tragicità di ogni guerra”. A proposito Baratter, neoeletto consigliere provinciale, ha già pronta una proposta di mozione che valorizzi la bandiera europea nei luoghi pubblici e il simbolico “inno alla gioia” di Haendel, colonna sonora dell’unità fra i popoli. Se ne riparlerà quindi anche in Consiglio provinciale.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina