Un mestiere che intreccia la passione per la montagna a quella per la storia, che lo porta a ricercare “dagli archivi alle trincee, per ritrovare la storia”, racconta Luca Girotto, storico della guerra, intervistato dalla classe V A scuole elementari Schmid di Trento.
Girotto, com’è nata questa passione?
Fin da bambino m’affascinava la storia classica, ma quando i miei genitori mi portavano a visitare i siti archeologici, “i sassi” mi sembravano tutti uguali. Mi sono via via appassionato a verificare sul terreno quanto avevo studiato sui libri o ricercato negli archivi. Negli anni Ottanta, l’interesse specifico alla prima guerra mondiale si è legato con la mia passione per la montagna.
C’è stato un episodio particolare?
Sì, durante il servizio militare. In un’escursione mi sono trovato a cambiarmi i pantaloni su un ghiaione dove sono stato quasi ferito sul posteriore dalla punta di alcuni residuati bellici. Sono saltati fuori baionette e altri materiali: da lì la decisione di indagare sulla guerra nella mia Bassa Valsugana.
Dove compie le sue ricerche?
Per non parlare a sproposito, cerco di limitarmi alle zone che conosco. Mi sono dedicato alla catena del Lagorai, 55 chilometri di creste dai laghi di Levico e Caldonazzo fino a passo Rolle. Era una zona di guerra secondaria, finora poco studiata. Ho voluto inoltrarmi in un terreno inesplorato da altri storici.
Ma come si distingue un sasso da un reperto di valore…
La leva deve essere sempre la curiosità: ruderi apparentemente insignificanti devono poter essere collocati nel contesto del loro tempo per capirne la loro funzione. Un muretto può essere la recinzione di una campagna o il parapetto di una trincea: dipende da quanto riesci a immaginare sia avvenuto lì cento anni fa.
Lei ha mai trovato scheletri con divisa e armi…
Non frequento i ghiacciai, eppure mi è successo però d’imbattermi nello scheletro quasi completo di un soldato che indossava una corazza pettorale e un elmo blindato che custodiva ancora la mandibola. Di professione io faccio il medico dentista e quindi ho potuto vedere una carie profondissima. Oltre al freddo e alla fame il soldato evidentemente aveva patito anche un forte mal di denti…
Dove portate i reperti?
Il materiale recuperato finisce a Borgo Valsugana nella Mostra permanente della Grande Guerra in Valsugana e Lagorai, in modo tale che i locali o i turisti possano capire cosa si trovava nelle trincee.
Come si è preparato per fare queste ricerche?
In vista di un’escursione cerco di verificare sulle mappe e sulle carte dell’epoca le posizioni delle varie trincee e lo svolgersi delle operazioni in modo tale da trovare conferme sul terreno. E’ una grande soddisfazione riscontrare sul campo le ipotesi che si fanno a tavolino.
Perchè le piace citare Indiana Jones?
Perchè gli archivi militari a cui accedo hanno l’aspetto delle stanze segrete e polverose in cui si muoveva Indiana Jones nei film americani. Queste interessano milioni di spettatori, gli altri non hanno interessato nessuno per anni.
Altri reperti?
Quanto i soldati hanno perso o lasciato sul terreno durante la vita quotidiana. Scatolette in abbondanza, e tante immondizie testimoniano la presenza costante dei soldati. Poi munizioni, che è bene non toccare, oppure baionette, borracce e gavette. Quelle degli austriaci portano ancora le scritte perchè erano smaltate e inattaccabili dalla corrosione.
Cosa prova e cosa pensa quando trova dei reperti?
Una grande emozione. Soprattutto se trovo conferma alle ipotesi formulate.
Quanti libri ha scritto?
16 o 17, ma scrivo soprattutto per passione personale, in quanto non sono storico di professione.
Come si deve raccontare la grande guerra, secondo lei?
Raccomanderei sempre quando si cammina sui luoghi della storia, prima di pensare all’interesse materiale suscitato da un reperto, pensare all’uomo che ci stava dietro e alle sofferenze di queste persone che strappate alla vita normale venivano messe in un mondo del quale non avevano avuto alcuna esperienza precedente e nel quale non avevano avuto alcuna volontà di entrare. La guerra è fatta da persone che non l’hanno decisa e decisa da persone che non la fanno.
Lei ha letto molti diari di soldati?
Sì, è la mia passione principale. I soldati che han voluto e saputo fissare su carta ricordi della loro esperienza bellica hanno lasciato “fotografie” di prima mano – anche grafiche – di un’esperienza che prima non si era mai verificata in quella dimensione.
Ha ancora tanti anni di ricerca davanti: il suo sogno?
Poter riuscire a ricostruire completamente nei particolari la vicenda bellica nel Lagorai. So peraltro che in questo grande mosaico manca sempre un tassello. E quando quel tassello venisse messo al suo posto, perderei l’interesse alla materia.
a cura della classe V A scuole elementari Schmid di Trento
La scheda:
Nome: Luca
Cognome: Girotto
Professione: E’ un medico dentista che per hobby si è specializzato nelle ricerche storiche sulla in Lagorai
Segni particolari: Appartiene all’Associazione Storico Culturale Bassa Valsugana e Tesino che gestisce la mostra permanente sulla Grande Guerra a Borgo
Bravo ricercatore, sempre preciso e preparato.