Per le facoltà a numero chiuso, i test d'accesso hanno creato un mercato nazionale di enti che organizzano corsi di formazione. Alcuni consigli dall'esperienza trentina
Quando sai che l'anno precedente l'80 per cento degli aspiranti non hanno superato il test d'ingresso (e hanno dovuto “parcheggiarsi” in un' altra facoltà), saresti disposto a quasi tutto per prepararti al meglio. Forse, anche a spendere qualche centinaio di euro per seguire quel corso che “sbandiera” di aver sfornato l'anno precedente l'85% di promossi nel fatidico test.
E' il “businnes dei pretest”: a colpi di percentuali di riuscita si fanno concorrenza da qualche anno realtà private che organizzano in tutt'Italia una miriade di corsi di preparazione (ai quali, ad esempio, è ricorso lo scorso anno il 37% degli iscritti al test di medicina). Più o meno lunghi, più o meno costosi (si arriva anche a 2100 euro per un intensivo estivo di 100 ore), si pubblicizzano soprattutto nel web, la selva oscura in cui uno studente smarrito s'addentra “nel mezzo del cammin”.
I ragazzi lo sanno: in verità, buoni “aiutini” si possono trovare gratis online da parte dei singoli atenei o di siti specializzati – affollati di pubblicità – che propongono esempi, simulazioni e “tutto quel che bisogna sapere per superare il test d'accesso alla tua facoltà preferita”.
Tra le rare realtà trentine del settore spicca la “Fondazione Mons. Lorenzo Dalponte”, con il Centro Servizi Opere Educative operativo dal 2012, diretto da Paolo Stefanini. Cosa consigliare alle famiglie? “Di guardare bene nel merito delle varie proposte formative – risponde Stefanini – alcune mirano a far apprendere precocemente determinati contenuti, altre puntano specificatamente al superamento del test. E' importante poi cercare di capire se i docenti sono esperti anche rispetto alla metodologia del test”. Perchè quest'attenzione? “Gli studenti arrivano al quinto anno delle scuole superiori senza aver mai sperimentato un test di questo tipo. Devono sapere come 'cambia' anche la logica della prova, con le risposte multiple alternative. Un certo allenamento si rivela molto importante! Lo abbiamo constatato dal sensibile miglioramento dei risultati fra la prima e la seconda simulazione sottoposta ai nostri studenti”.
Numerose sono le adesioni ai corsi della “Fondazione Dalponte”, tenuti anche a Brescia, Milano, Padova, Verona… Buona anche la quota di promossi riscontrata lo scorso anno fra i propri corsisti – il 58% a Medicina a Brescia – che può essere una conferma dell'efficacia formativa. In più, la quota d'iscrizione contenuta in 150 euro Iva inclusa, per 40 ore complessive di lezione, “spalmate” in cinque giornate di 8 ore: “Ci siamo imposti di tenere i costi bassi per agevolare le famiglie, senza però risparmiare sulla qualità delle docenze e sull'obiettivo del superamento del test”. Un centinaio di studenti si sono già iscritti al pre-test di fine agosto per Professioni Sanitarie, mentre da quest'anno la “Dalponte” supporta anche la “rincorsa” per entrare a Scienze della Formazione Primaria con tre corsi nelle sedi di Trento, Padova e Lecce.
Dentro l'ateneo di Trento è il prorettore Paolo Collini, docente a economia, ad avere la delega per la didattica: “I test vanno affrontati con impegno e concentrazione, perché possono condizionare il percorso universitario”, anticipa rilevando peraltro che nella maggior parte dei casi si tratta di test attitudinali, basati su competenze generali, che non dovrebbero richiedere conoscenze specifiche. “Come ateneo, cerchiamo di offrire sul nostro sito agli iscritti alcuni materiali per potersi allenare alla concentrazione e alla velocità richiesta: presentiamo qualche esempio, riproponiamo i quesiti degli anni precedenti e – nel caso di economia – anche un simulatore”. Par di capire che questi strumenti online dovrebbero bastare. “Più impegnativo è il caso di facoltà, come medicina, che richiedono anche conoscenze disciplinari – aggiunge Collini – : lo studio in questo caso può essere utile e – come ci segnalano i docenti delle superiori – interferisce anche con la preparazione all'esame di Stato”.
Collini sa bene che in Italia esiste un mercato florido di enti “formatori” pretest: “Come università di Trento siamo abbastanza contrari a questa proliferazione e siamo prudenti verso chi vende questi servizi. So bene che – come in ogni mercato – c'è anche chi lavora bene e offre un servizio utile, ma raccomanderei attenzione per non spendere male i propri soldi”.
Lo sanno bene gli studenti che martedì 8 e mercoledì 9 aprile prossimo faranno il test nazionale di Medicina e Odontoiatria che, dopo le critiche degli anni scorsi, si presenta con graduatoria nazionale. E chissà che, una volta ammessi, alcuni di questi studenti non si rendano disponibili – come sé successo a Milano – per aiutare nei prossimi anni le future matricole con qualche incontro di consulenza. Assolutamente gratuita.
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