L'essere senza un tetto può rappresentare l'inizio di una crescente vulnerabilità che non si limita al problema casa

Al convegno promosso dalla Caritas di Trento Teresio Poggio, sociologo della Libera Università di Bolzano, ha portato numerosi dati che delineano efficacemente il problema dell'abitare oggi.

Negli anni Ottanta l'acquisto di un'abitazione “impegnava” mediamente circa otto annualità di stipendi individuali di lavoratori dipendenti: oggi ne impegna circa quattordici. L'affitto negli stessi anni incideva per circa il 15% dello stipendio: oggi incide per il 30%. Il 12% delle famiglie italiane ha un debito per acquisto o ristrutturazione di immobili (effetto degli incentivi), mentre il 5% delle famiglie proprietarie si trova in difficoltà nell’onorare il mutuo (la quota è raddoppiata tra il 2010 e il 2012).

In Trentino sono circa 300 all’anno i pignoramenti di abitazioni, per ragioni diverse. Sempre in Trentino, negli ultimi 5 anni circa 800 famiglie hanno perso la casa a Trento e dintorni per morosità. Più in generale, in Italia ci sono circa 50 mila sentenze di sfratto ogni anno per inadempienze degli inquilini (dato 2009). Numeri che fanno capire che oggi la casa è diventata un fattore di impoverimento. Nel frattempo il Censimento del 2011 – ha rimarcato Poggio – ci dice che cresce il numero di persone che vivono in alloggi di fortuna. E l'essere senza un tetto può rappresentare l'inizio di una crescente vulnerabilità che non si limita al problema casa. Sono stimati in circa 50 mila i senza dimora in Italia che a fine 2011 utilizzavano un servizio di aiuto (mensa e/o dormitorio). Ma il dato sottostima il fenomeno (non tutti infatti fanno ricorso ai servizi).

La questione abitativa e il recupero del diritto a una dimora dignitosa – ha concluso Poggio – andrebbe messa in testa all'agenda politica, ben prima del diritto a una casa di proprietà, che – gli studi lo confermano – non è una soluzione adatta a tutti.