Occorre intensificare gli sforzi per portare tutti i bambini e le bambine a scuola
istruzione, scuola, mondialitàL’istruzione è ritenuto il maggiore acceleratore per lo sviluppo umano. Non sorprende dunque che la comunità internazionale, suffragata da convincenti dati alla mano, abbia strategicamente deciso di puntare sul Secondo Obiettivo di Sviluppo del Millennio nel tentativo di raggiungere tutti gli altri. Assicurare un’istruzione primaria universale non costituisce però un impegno di poco conto: occorre intensificare gli sforzi per portare tutti i bambini e le bambine a scuola, soprattutto chi vive nelle zone rurali o appartiene a minoranze discriminate e svantaggiate, e per eliminare le disuguaglianze sociali, religiose, linguistiche e di genere.Già la Dichiarazione Universale per i Diritti Umani, adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel dicembre 1948, all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, aveva individuato nel diritto all’istruzione uno dei diritti fondamentali e inalienabili dell’individuo, consigliando la gratuità e l’obbligatorietà dei livelli fondamentali e l’accesso, su base di merito, ai livelli d’istruzione superiori. Tuttavia, come noto, il documento indicava un comune standard di attuazione per tutti i popoli e le nazioni, un fine a cui ispirarsi ma senza vincoli di natura giuridica. Numerosi furono i trattati internazionali che nel corso degli anni riconobbero il diritto all’istruzione, ma la sua attuazione continuò a rimanere limitata in alcune parti del sud del mondo.
Il tasso netto di iscrizione alla scuola primaria, la proporzione di bambini e bambine che iniziano il primo anno e che completano il ciclo di istruzione primaria, e il tasso di alfabetizzazione di donne e uomini in età compresa tra 15 e 24 anni costituiscono gli indicatori che misurano il raggiungimento dell’obiettivo: “garantire che, entro il 2015, tutti i bambini e le bambine, ovunque vivano, siano in grado di terminare un ciclo completo di istruzione primaria”.
I Paesi del nord del mondo, dove il diritto all’istruzione è generalmente riconosciuto dalle costituzioni nazionali, focalizzarono meglio sulla qualità della garanzia del diritto, nella consapevolezza che esso costituisca molto più del pieno tasso di iscrizione. Istruzione primaria significa istruzione di qualità, apprendimento degli alfabeti di base (leggere, scrivere e contare), conseguimento del titolo senza ritardi e senza abbandoni. Significa rifondare una scuola che offra formazione rivolta al futuro, ma anche trasmissione dei valori fondanti la cittadinanza.
Il rapporto del 1996 “Nell’educazione un tesoro” di Jacques Delors, allora presidente della Commissione Internazionale sull’Educazione per il XXI secolo, è più che mai attuale. Volto a privilegiare il percorso educativo del futuro cittadino su quello funzionale orientato al futuro lavoratore (pur senza tralasciarlo), questo rapporto affida alla scuola il compito di promuovere quattro tipi fondamentali di apprendimento, i “quattro pilastri”: imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme, imparare a essere.
Approfondisci su www.worldsocialagenda.org/dossier-ob-2
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