Una applicazione sviluppata da FBK permette a supermercati e ristoranti di segnalare le eccedenze di cibo, incontrando in tempo reale la domanda degli enti caritativi che distribuiscono pasti a chi ne ha bisogno
Quando si dice che la tecnologia migliora la vita: non solo la tua ma quella della collettività e, se si vuole pensare un po' in grande, dell'intero pianeta.
È senz'altro il caso di “BringTheFood”, l'applicazione nata per facilitare un circolo virtuoso tra lo spreco di cibo e le sacche di scarsità e povertà che pure permangono nella nostra società dei consumi. L'applicazione, utilizzabile su computer e smartphone Android connessi ad Internet, è stata ideata e realizzata dal gruppo ICT for Good (ICT4G, unità di informatica per lo sviluppo sociale ed economico) della Fondazione Bruno Kessler, ed è attiva dal maggio 2012 per mettere in rete i soggetti che hanno un'eccedenza di cibo con le organizzazioni che sono in grado di rendere disponibile questo surplus a chi ne ha bisogno.
L'idea che c'è dietro è molto semplice: chi ha del cibo in eccesso lo offre, e chi ne ha bisogno lo raccoglie.
“La quantità di cibo che sprechiamo è enorme, tanto che il cibo sprecato nei paesi ricchi basterebbe per dare da mangiare alle persone che non ne hanno” afferma Adolfo Villafiorita, responsabile del gruppo ICT4G, mentre ci spiega lo spirito con cui i giovani ricercatori del suo team hanno lavorato a questa tecnologia. Senza pretendere di risolvere la fame del mondo (per ovvi problemi di tipo logistico…), hanno raccolto la sfida di garantire l'accesso al cibo a tutti, in maniera sostenibile: “Crediamo che rendere più efficiente la rete locale di scambio e ridurre lo spreco qui, sia già un modo per costruire un mondo migliore”.
L'applicazione (gratuita) permette a negozi di alimentari, ristoranti, rosticcerie, servizi di catering, mense e anche privati che hanno un eccedenza di cibo e vogliono donarlo, di pubblicare in rete un'offerta, specificando il numero di porzioni disponibili e la scadenza, rendendola così visibile in pochi secondi attraverso un software geolocalizzato. Gli enti caritativi possono visualizzare su una mappa i donatori più vicini a loro e prenotare immediatamente l'offerta alimentare che gli interessa, organizzando rapidamente la raccolta e “salvando” così il cibo dallo spreco. Un sistema di codici generato dall'applicazione assicura la regolarità dello scambio.
“BringTheFood” – letteralmente: “porta il cibo” – è stata pensata in particolare per la piccola distribuzione, spesso non organizzata per il recupero delle eccedenze alimentari: “Al contrario della grande distribuzione alimentare, gli attori minori non producono un eccesso predicibile e costante e non hanno quindi accordi 'regolari' con gli enti caritativi. Il loro avanzo di cibo può variare di giorno in giorno e necessita di essere comunicato in tempo reale”, puntualizza Villafiorita.
L'applicazione funziona, e dopo i primi mesi di sperimentazione (in Trentino è stata adottata dal Banco Alimentare) si aprono nuove prospettive: prendendo spunto anche da altre due esperienze in Germania e Sicilia (peraltro nate dopo l'invenzione trentina), il gruppo di ricerca ICT4G sta pensando ad alcune modifiche per facilitare la partecipazione di singoli utenti; “Stiamo pensando di allargare lo scambio tra pari, – spiega Villafiorita – metteremo a punto un meccanismo più flessibile che consenta di gestire le eccedenze anche della piccola utenza” (ad esempio un ricevimento di matrimonio o una festa di compleanno con meno invitati del previsto). In realtà i privati possono già usare l'applicazione, ma al momento della registrazione bisogna identificarsi come “donatore” oppure come “raccoglitore”, e quest'ultimo ruolo è riservato per adesso agli enti caritativi. La sfida è quella di creare attraverso questo social network una vera e propria comunità in cui si moltiplichino le opportunità di incontro tra domanda e offerta. “Certo bisognerà affidarsi al buon senso delle persone, riguardo alla qualità delle loro donazioni alimentari…” riconosce Villafiorita.
L'applicazione, inserita dalla rivista Vita.it tra le 10 migliori “app” per il sociale, è uno strumento molto utile anche per le grandi organizzazioni che devono gestire (o creare) la propria rete di donatori, beneficiari e volontari. Tenendo conto che moltissimi volontari sono pensionati che dedicano il proprio tempo libero ad attività di solidarietà nell’ambito del sociale, il software, di facile utilizzo, è pensato anche per le persone poco abituate ad usare le nuove tecnologie. Tra le organizzazioni che già utilizzano “BringTheFood”, oltre al Banco Alimentare Trentino Alto Adige, c'è una piccola realtà a Genova (la Mensa Fassolo dei Padri S. Vincenzo) che la usa per interagire coi suoi donatori affiliati e il Banco Alimentare Lombardia – Siticibo Milano di Muggiò. In Trentino sono iscritte alla rete alcune decine di donatori, mentre a ridistribuire il cibo ci pensa appunto il Banco. Ma l’applicazione è aperta a qualunque organizzazione caritatevole, grande o piccola. Finora, grazie a “BringTheFood”, 136 utenti hanno recuperato 129 kg, 5 litri, 265 porzioni di cibo: l'auspicio è che il “contatore” (visibile sul sito bringthefood.org) possa crescere ancora, magari attraverso la diffusione di questa tecnologia innovativa anche in altri Paesi. Il progetto ha già destato interesse a livello nazionale, tanto che lo scorso ottobre è stato presentato a Roma nella sede della Fao accanto ad altri progetti “virtuosi” nel contenimento dello spreco alimentare, attirando anche l'attenzione di alcune testate nazionali. Ma non sono mancati nemmeno contatti con Stati Uniti, Canada, Germania, Belgio, Israele e Nepal.
Il gruppo di ricerca ICT4G ha sviluppato una tecnologia anche sulla raccolta dei rifiuti. L'app, scaricabile liberamente sul proprio telefonino, si chiama “Come butta” ed è stata creata per chi non va d'accordo con la differenziata: basta fare una foto al rifiuto che non si sa dove buttare, aggiungere una piccola descrizione, e il software (attraverso un motore di apprendimento automatico che funziona attraverso esempi costruendo una base dati sempre più precisa) sarà in grado di dare una risposta. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Amnu e con alcuni licei dell'Alta Valsugana, coinvolgendo gli studenti nel dare le risposte agli utenti. “A marzo inizieremo una seconda fase con le scuole per aggiungere nuovi servizi alla piattaforma, – conclude Villafiorita – come una mappa di posizionamento dei diversi contenitori di raccolta rifiuti, utile ai residenti per i rifiuti particolari come batterie esauste e medicinali, e soprattutto ai turisti”.
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