Potrei dire da quando sono nata, perché sono figlia di contadini e la terra l’ho sempre lavorata, anche per il sostentamento della nostra famiglia. Dieci anni fa io e mio marito – lui lavorava in un’impresa edile, io invece gestivo un bar – abbiamo deciso di dedicarci a tempo pieno al lavoro nei campi. Abbiamo fatto questa scelta per passare più tempo insieme e per dare un’educazione migliore ai nostri figli. Anche loro due ci aiutano in campagna.
Le piace il suo lavoro?
Moltissimo, soprattutto quando vedo crescere quello che semino e curo. E poi quando assaporo quanto è buono il frutto della terra…
Quali prodotti coltiva?
In particolare mele, e poi piccoli frutti, ortaggi nella stagione estiva, e patate. Quello che non riusciamo a vendere fresco, lo trasformiamo in altre cose…
In che senso?
Con i piccoli frutti facciamo confetture, le verdure invece le trasformiamo a lunga conservazione per poterle vendere tutto l’anno. Ad esempio facciamo i crauti: affettiamo e pressiamo i cavoli sotto sale, li mettiamo in contenitori di terra cotta per un po’ di tempo a fermentare, poi li confezioniamo e li vendiamo.
Quali mele coltivate?
La mela golden in particolare, poi la stark rossa, e anche altre varietà di piante salvate, cioè piante antiche che producono frutta senza aver bisogno di cure o trattamenti particolari, perché non prendono malattie.
E quali sono i piccoli frutti?
Fragole, lamponi, ribes, mirtilli e ciliegie. Per coltivarli ci vuole tantissima pazienza! Non è un lavoro che puoi fare di corsa, e nella raccolta ci vuole molta delicatezza altrimenti si rischia di rovinare tutto il lavoro.
I vostri prodotti sono biologici?
Le mele sono coltivate a lotta integrata, quindi con prodotti naturali e prodotti di sintesi; siamo seguiti dai tecnici dell’Istituto agrario di S. Michele. La verdura invece è non trattata, solo se necessario diamo prodotti biologici.
Qual è il prodotto a cui è più affezionata, che vi dà maggior successo?
La nostra spremuta di mela. È un po’ diversa dal succo perché non c’è la polpa. La facciamo in autunno, con la mela fresca. Lì c’è tutta la nostra passione… e ai clienti piace molto.
Quante ore lavora al giorno?
Bella domanda… tante! Soprattutto in primavera ed estate, quando ci si alza presto al mattino per andare nei campi, anche per il caldo. Si lavora fin quando viene notte, perché i lavori della campagna non aspettano i nostri ritmi: se le piante hanno sete bisogna annaffiarle e prendersi cura di loro in ogni momento.
Quali emozioni le trasmette il suo lavoro?
Oltre alla passione e alla soddisfazione nel vedere quello che la terra può donarti, un altro sentimento che fa parte del coltivatore è la pazienza, anche di fronte al rischio di perdere molto raccolto ad esempio per una grandinata. E, per noi che siamo credenti, l’affidarsi a Dio e alla provvidenza.
Nel suo lavoro incontra anche altre persone?
Soprattutto in estate, quando la campagna richiede più impegno e abbiamo bisogno di altra manodopera. Nei periodi di maggior lavoro, impieghiamo anche una decina di persona. Sono soprattutto studenti o stranieri, e con loro facciamo amicizia sui campi. Incontriamo persone anche quando andiamo a vendere i nostri prodotti. È bello creare legami e vedere anche nuove realtà.
Vendete i vostri prodotti in tutto il mondo?
Magari! Li vendiamo nella nostra valle sopratutto quando ci sono i turisti e poi nei mercati e nelle fiere agricole, anche fuori provincia. In questi mercati offriamo direttamente al cliente il nostro prodotto… e la nostra faccia: chi compra ha sempre piacere di sentire come abbiamo coltivato e conservato i prodotti, può assaggiare, e poi ritornare. Il contatto diretto ci permette anche di avere un aiuto economico immediato.
Quale lavoro preferisce nei campi?
Mi piace tantissimo seminare gli ortaggi e farmi la semente, cioè riprodurli: se ci riesco, l’anno successivo se semino ad esempio i miei fagioli ricrescono senza che io abbia dovuto ricomprare la semente. Questa è la gioia più grande, che mi è stata trasmessa dalla mia mamma e dalla nonna.
In inverno c’è la serra per proteggere le piante dalla pioggia e dalla grandine?
I piccoli frutti sono coperti anche in estate dal tunnel anti-pioggia, ma non sono serre pesanti che possono rimanere montate in inverno, infatti le chiudiamo in autunno. Con queste la grandine, se non è potente, non fa danno. Le mele invece sono tutte allo scoperto, esposte al rischio della grandine ma anche del freddo e delle gelate. Ma il rischio, fa parte del lavoro dell’agricoltore.
Intervista a cura della classe 5a dell’Istituto Maria Bambina di Trento
La Scheda:
Nome: Lia
Cognome: Zanotelli
Professione: Coltivatrice diretta
Segni particolari: Conduce la sua azienda a Livo (val di Non) insieme al marito e ai due figli. Giacomo, 16 anni, frequenta l’istituto agrario di S. Michele. Igor, 9 anni, si è ritagliato un pezzettino di orto che vuole curare tutto da solo: “Per gustarsi le cose che lui stesso si è coltivato”.
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