Signor Maurizio, cosa fa un gattista e che attrezzi usa?
Un gattista deve preparare il manto nevoso delle piste da sci della propria stazione, per far sì che la mattina dopo la clientela ne possa usufruire. Ci vuole innanzitutto un “attrezzo” che nessuno considera: la passione per questo lavoro. Poi naturalmente ci vuole un mezzo battipista.
Da quanto lavora come gattista?
Sono ormai trent’anni che faccio questa attività, anche se non continuativa. Ho iniziato a usare il gatto delle nevi sulla Marmolada, poi mi sono trasferito in Bondone, dove la mia società si occupa della battitura delle piste da discesa. Sul Bondone siamo in sette gattisti, per tutte le piste dalle Rocce Rosse alla Cordela al Palon.
Quando inizia la sua giornata?
La giornata del gattista inizia verso le due o tre del pomeriggio, ora in cui bisogna recarsi in officina per controllare il proprio mezzo per eventuali riparazioni e rifornimenti. Alle 17.30 usciamo per cominciare la nostra attività che prevede circa quattro ore di battitura delle piste. Di solito finiamo per le 22-22.30.
Intorno alla metà di novembre, perché il nostro compito è anche quello di costruire le piste: appena si possono mettere in moto gli innevamenti artificiali cominciamo con i gatti a spargere la neve per realizzare le piste. Ci occupiamo poi delle loro manutenzione e battitura, mentre una squadra apposita si occupa della loro sicurezza.
Bisogna avere un brevetto per guidare il gatto delle nevi?
Non serve un brevetto specifico, ma è necessario aver frequentato un corso all’interno dell’azienda. Normalmente i gattisti iniziano molto giovani – la mia passione ad esempio è nata quando avevo 15 anni – perché è un lavoro che regala emozioni forti: all’inizio sembra di guidare un’astronave. Molti però lasciano, perché è un lavoro precario: si lavora solo nei quattro mesi invernali, e non tutti i gattisti vengono poi riassunti per l’estate.
Da dove parte a battere la neve?
Appena fuori dal garage dove sono parcheggiati i mezzi battipista, a Vason. Cominciamo da lì e proseguiamo ognuno sul suo territorio di competenza. C’è un po’ di turnazione, ma solitamente ogni gattista cerca di fare sempre la stessa pista.
Quali sono le tecniche usate per battere la pista?
Sono molte, a seconda del tipo di neve. Sicuramente bisogna cercare di andare da monte verso valle. Tante volte però non si riesce a salire con i mezzi “fresando” la neve come si dovrebbe, battendola bene, e bisogna usare altre strade per accedere a monte e battere poi solamente in discesa. Ci sono anche dei gatti cosiddetti “vericellati”, che tramite il vericello posizionato sul dorso del gatto, salgono a monte attaccandosi con una fune ad un punto fisso. Così si riesce a spingere la neve anche in salita e si tiene in sicurezza il gatto quando si va in discesa nei tratti più ripidi.
Quali sono le doti che servono nel lavoro del gattista?
Sicuramente molta pazienza. Si passa molto tempo da soli, e credo sia indispensabile avere una grande passione per la montagna. È un lavoro che richiede anche un certo impegno mentale. Non usciamo solo con il sole e le belle giornate, come quando si va a sciare: lavoriamo di notte, magari nevica e non ci si vede per la nebbia. Non è sempre facile.
Un battipista può anche provocare delle valanghe?
Può succedere, per esempio in occasione di una nevicata superiore ai 50 centimentri: il peso del mezzo può provocare la discesa del manto nevoso, con il rischio di scivolare lui stesso verso valle. Sono però valanghe abbastanza innocue, controllate perché succedono su una pista da sci già chiusa, e il gatto è costruito in modo tale che al 99%, anche se scivola e magari va a sbattere, non si rovesci.
Che velocità può prendere un gatto delle nevi?
La velocità massima del mio mezzo battipista è di 25 chilometri orari, ma non li faccio mai: battere la pista significa anche dare tempo all’attrezzo posteriore di macinare la neve e renderla liscia.
E quali sono le sue misure?
Un gatto è largo 5 metri, lungo 8, e peso una decina di quintali. Nonostante queste dimensioni imponenti, quando usciamo con i nostri mezzi mi piace dire che andiamo a “dipingere le piste”. La mia passione non è solo “calcare” la neve per renderla piatta: io la vedo come un dipinto su un quadro; quando mi volto a guardare la pista, con i dossi e le ondulazioni, voglio che sia come un ritratto ben riuscito.
intervista della classe 1° B delle Istituto Salesiano (scuole medie) di Trento
Nome: Maurizio
Cognome: Brandalise
Attività: Gattista
Segni particolari: lavora sulle piste da trent’anni. È capostazione in Vason e assieme ad altri sei colleghi batte le piste da discesa del Bondone.
ciao abbiamo una pista di fondo e sono 3 anni che uso il gatto ,volevo chiederti se la neve è cemento e la fresa non riesce a lavorarla cosa faccio ? grazie