Terzo perché è vero che ha studiato tre anni al buon linguistico delle “Marcelline” di Bolzano, ma si è diplomata al trentinissimo “Da Vinci” con un rotondo “sessanta/sessantesimi”. Quarto perché ha ringraziato per primi i suoi genitori e la riconoscenza è ancora una grande virtù.
Quinto perché non le hanno offerto (e mai lo faranno, speriamo) una sponsorizzazione del Trentino turistico come hanno fatto con la Juve.
Sesto perché è una donna, ed è riuscita a superare altri 8.413 aspiranti astronauti, quasi tutti maschietti. Settimo perché nelle sue prime interviste – invece che di tecnologie ingegneristiche – ha parlato soprattutto di sogni (e anche a noi piace sognare).
Ottavo perché è un militare che non dovrà mai attaccare, porterà semmai fra le stelle (non le stellette) un messaggio di pace.
Nono perché si dice affascinata dal mistero del cosmo (nel quale Le auguriamo d’incontrare il Signore).
Decimo perché riesce facile con un astronauta fare i titoli del giornale: sta con i piedi per terra, anche se ha spesso la testa fra le nuvole. Merita ancora più… spazio.