La montagna non è solo un bel panorama ma anche il sottobosco ed il profumo degli alberi, e per apprezzarla al meglio l’ideale è farsi aiutare da un accompagnatore di Media Montagna come Nicola Cozzio, intervistato dai ragazzi della classe 5^A delle scuole elementari “Schmid” di Trento.
Signor Nicola, in che cosa consiste in suo lavoro?
La mia professione è quella di accompagnare le persone sui sentieri di montagna, ma anche nei boschi o lungo i fiumi. Insomma tutto ciò che compone l’ambiente naturale del nostro Trentino.
Da quanto lo pratica?
È una professione appena nata e quella che verrà è quindi la prima vera stagione di lavoro. I primi 50 accompagnatori di media montagna – durante il corso di formazione è nata anche l’Associazione trentina – hanno ricevuto il brevetto lo scorso novembre. Questa nuova figura, secondo quanto stabilito dalla legge provinciale adeguatasi ad una legge quadro nazionale, si affianca alla guida alpina.
Che differenza c’è quindi tra lei ed una guida alpina?
L’accompagnatore guida le persone passeggiando in montagna. Per svolgere questa attività non servono strumentazioni specifiche, dalle quali invece le guide alpine che accompagnano gli alpinisti in scalate su ghiaccio o su roccia, non possono prescindere. Di conseguenza l’accompagnatore veste semplicemente con abbigliamento tecnico, zaino e scarponcini.
Quanti sono gli accompagnatori brevettati in Trentino?
Oltre ai 50 già attivi, altrettanti lo saranno a giugno di quest’anno. Inoltre altre 100 persone sono state selezionate e dovrebbero diventare operative entro il 2010. Tuttavia non è escluso che in futuro possano essere banditi nuovi concorsi.
È richiesta una preparazione scientifica?
Ovviamente l’accompagnatore, oltre ad essere preparato fisicamente, deve possedere anche delle adeguate competenze naturalistiche. Deve conoscere i fiori, le piante ed anche gli animali che si possono incontrare durante le escursioni. Gli animali del bosco sono solitamente schivi ed evitano accuratamente il contatto con l’uomo; tuttavia, scegliendo i luoghi e le ore giuste, si possono sicuramente fare dei begli incontri.
Cosa le piace di più di questa professione?
Potersi rapportare con delle persone in un ambiente naturale come quello del Trentino, cercando di far loro apprezzare le bellezze della montagna. Per questo credo che lo strumento principale sia, oltre alle gambe, la propria voce: con le nostre parole possiamo infatti incantare e far appassionare chi ci ascolta non semplicemente ad un panorama, ma anche alla vita del sottobosco. Possiamo far notare loro che ogni albero ha un suo profumo, che esistono minuscole forme di vita, come può essere un lichene sopra un sasso. Insomma tutte quelle piccole sfumature che sfuggono all’occhio inesperto.
E invece gli aspetti negativi?
Non credo ce ne siano: il lavoro è molto bello perché come già detto consente di spiegare le cose alle altre persone, operando all’aperto e in posti meravigliosi. Inoltre il lavoro dell’accompagnatore può aiutare anche l’ambiente, sensibilizzando le persone ed invitandole a mettere in atto comportamenti “ecologici”. Il nostro lavoro contrasta con il turismo di massa, portatore di un impatto devastante verso l’ambiente. I nostri clienti perciò saranno, o quantomeno si auspica che lo potranno diventare, persone molto attente alla conservazione dell’ambiente naturale.
Quali sono le difficoltà che le si presenteranno di fronte?
Se l’accompagnatore svolge la sua professione con amore e con interesse non credo che possano sorgere grandi problemi. L’accompagnatore dev’essere sempre aggiornato, spingendo la sua conoscenza del territorio oltre la sua zona di competenza, alla continua ricerca di nuovi angoli suggestivi. Entrando nella sfera economica, l’unica difficoltà può essere quella di non riuscire a vivere tutto l’anno praticando solo questa professione, anche se in estate il lavoro non mancherà di certo.
Lei svolge quindi altre attività?
Come gran parte delle guide alpine che d’inverno si guadagnano da vivere facendo i maestri di sci, anche l’accompagnatore – che lavora dalla tarda primavera fino a fine estate – nei restanti sei mesi può svolgere un’altra occupazione. Io scolpisco il legno ad esempio, un mestiere che si integra molto bene con quello dell’accompagnatore. Questa neonata professione però, in prospettiva, potrebbe diventare un lavoro a tempo pieno.
Come si svolge la “giornata tipo” dell’accompagnatore di territorio?
L’orario di lavoro non è fisso dato che non dobbiamo timbrare il cartellino. In montagna però il mattino ha l’oro in bocca. È generalmente consigliabile perciò partire presto – la sveglia potrebbe essere mediamente attorno alle sei – evitando così di rimanere all’aperto nel pomeriggio, quando il tempo solitamente peggiora.
In conclusione, possiamo affermare che quella dell’accompagnatore è stata una scommessa vinta?
Dopo le perplessità iniziali, derivate soprattutto dalla difficoltà di inserire adeguatamente questa nuova figura all’interno dell’offerta turistica credo che – anche se in ritardo rispetto ad altre realtà dell’arco alpino – in futuro ci sarà molto spazio per questa professione. Le persone che non conoscono il nostro territorio infatti, hanno bisogno di essere guidate verso luoghi ed emozioni che difficilmente, da sole, riuscirebbero da a scoprire.
intervista della classe 5^A delle scuole elementari “Schmid” di Trento
La scheda:
Nome: Nicola
Cognome: Cozzio
Attività: accompagnatore di territorio e presidente dell’omonima associazione
Segni particolari: rendenese, intaglia e scolpisce il legno dal 1990. Inoltre ha scritto due libri
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