Nell’ambiente montano, c’è una figura professionale che costituisce un ponte fra l’uomo e gli animali. È il veterinario pubblico che, in funzione della salute delle persone, si occupa di garantire il benessere di tutti gli animali. Ne controlla le condizioni di vita, l’alimentazione, l’assunzione di farmaci, ecc… L’attività del veterinario è finalizzata anche a garantire che i prodotti derivati dagli animali non siano nocivi per l’uomo. Possono essere animali da cortile, da allevamento, animali selvatici, ogni specie insomma. Per la professione si deve conseguire una laurea in veterinaria; si possono poi frequentare corsi di specializzazione.
Dott. Alessandro, perché ha scelto questo lavoro?
Anche mio padre era veterinario e dopo aver visto come lavorava, quando ho avuto diciott’anni ho sentito il desiderio di continuare il suo lavoro. Ora lo svolgo da 25 anni.
Dove?
Abito in valle di Concei, laterale della val di Ledro, ma la mia zona d’attività copre l’Alta Garda e la Val di Ledro: vado dal clima mediterraneo ai duemila metri delle cime di Ledro, in un’area che comprende quindi numerose specie animali.
Qual è il compito del veterinario pubblico?
Pensate, ragazzi, a quanti animali vengono in contatto con l’uomo e quanti prodotti ci danno: dal latte alle uova al miele… Compito del veterinario è garantire che non trasmettano virus, batteri o altre forme patogene pericolose per l’uomo. Queste malattie si chiamano zoomosi e nel passato – quando non erano prevenute o contrastate – potevano anche provocare epidemie: pensate alla rabbia o alla brucellosi.
Quanti veterinari pubblici ci sono in Trentino?
Siamo circa una quarantina.
Che studi bisogna fare?
Dopo le scuole superiori, bisogna frequentare un corso di laurea in veterinaria. Dopo la laurea a Parma, io mi sono specializzato in ginecologia ed ho realizzato uno dei primi trasferimenti embrionali in Italia.
Le piace il suo lavoro?
Sono felice e orgoglioso, ogni giorno è un’avventura. Credo sia il più bello del mondo per una persona come me a cui piace stare con gli animali, all’aria aperta, in relazione con altre persone.
Che cosa trova più faticoso?
Quando sono costretto a stare in ufficio dietro alla scrivania a fare statistiche o scrivere carte. L’attività burocratica è noiosa, eppure serve.
Ha mai sbagliato qualcosa?
Sì, come in tutti i lavori. Talvolta ci sono degli insuccessi, anche quando ti sembra di aver fatto il massimo. Mio padre mi disse un giorno: quando curi gli animali, cerca almeno di non peggiorare le cose. Non essere troppo presuntuoso, lascia che la natura faccia il proprio corso.
Lei è un uomo di montagna?
Si, io amo l’ambiente, la natura, amo la montagna, la valle in cui vivo. Lavorare in un ambiente così è bellissimo.
Segue anche la stalla bovina più alta del mondo, vero?
Sì, in Perù, sulla Cordillera Blanca, un posto bellissimo a 4200 metri di quota. Attraverso l’operazione “Mato Grosso” stiamo avviando un progetto di cooperazione. Dopo essere stato in Perù, ora seguo a distanza, via Internet, il progetto.
In Italia, quali animali cura di solito?
Tantissime specie. Nella zona “Amo l’ambiente, la natura, la valle in cui vivo. Lavorare in un ambiente così è bellissimo” del lago di Garda trovo i palmipedi feriti, gli insetti come la zanzara, le trote delle pescicoltura, le api che danno il miele. E poi cani, gatti e perfino serpenti. Capre, pecore, bovini, cavalli fino agi animali selvatici come la lepre, la volpe e l’orso.
Ci racconta un intervento impegnativo in montagna?
La scorsa estate in una malga vicina alla Val d’Algone era sparita una bella vacca pezzata, non sapevano che fine avesse fatto. L’abbiamo trovata in una grotta e ci siamo calati con le corde perché la zona era impervia. Era affamata, da 24 re non mangiava e non beveva, ma aveva soltanto un corno rotto. Allora l’abbiamo addormentata, imbragata con le corde del Soccorso Alpino e trasportata con l’elicottero dei vigili del Fuoco alla sua malga. Al risveglio ha ripreso a bere e mangiare tranquillamente.
Si rischia in montagna?
Non si sa mai come possono reagire gli animali, l’esperienza è importante. Ciò non toglie che qualche scornata me la sia presa.
Il veterinario è importante come un tempo?
Il lavoro è cambiato. Un tempo era decisivo perché l’economia delle famiglie dipendeva anche dagli animali: era una tragedia quando moriva una mucca. Ma anche oggi, prendete il caso dell’aviaria, è importante il benessere degli animali.
intervista a cura della IV A delle elementari di Mattarello
Scheda:
Nome: Alessandro
Cognome: de Guelmi
Segni particolari: Veterinario pubblico. Opera in Alto Garda e Val di Ledro.
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