Da Lasino passando da Lagolo fino alla solitaria chiesetta degli Alpini e probabilmente oltre, verso le Viote. È arrivata a misurare ben più dei diciassette chilometri posti come obiettivo la sciarpa più lunga del mondo, che sarà srotolata a fine luglio per l’iniziativa da guinness, nata da un’idea di Irene Simonetti e Laura Stefenelli, durante il lockdown. Assist subito raccolto dalla Pro loco con il progetto “Un caldo abbraccio”: quattro le parole chiave, recuperare, creare, gareggiare e, soprattutto, aiutare dato che tutte le singole sciarpe saranno alla fine cucite insieme e diventeranno coperte (circa 2 mila) e saranno donate a chi ne ha necessità. “L’idea iniziale era quella di proporre un’attività alle tante persone costrette a stare in casa, senza sapere come occupare il proprio tempo, magari donne anziane e sole o famiglie con disabili. Poi la cosa si è ingigantita assumendo proporzioni che nemmeno noi avevamo pensato”, ammette Stefenelli.
Potere dei social ma anche della cassa di risonanza offerta dal Giro d’Italia dato che al passaggio della carovana rosa, nell’ottobre del 2020 erano stati srotolati due chilometri di sciarpa: nei mesi successivi i morbidi manufatti, larghi trenta centimetri e lunghi fino ad un massimo di un metro e mezzo, hanno cominciato ad arrivare da tutta Italia. E le consegne, ancora oggi, non si fermano. “Non si riesce più a fermare: al vecchio asilo abbiamo le scorte dei gomitoli e nella vecchia palestra immagazziniamo i rotoli da 60 metri: siamo agli ultimi chilometri, dai 17 che ci eravamo posti come obiettivo saremo arrivati ormai a 25. Le donne che le attaccano cominciano ad essere stufe, io le ritiro quasi di nascosto”, scherza Stefenelli.
C’è chi ha fatto mezzo chilometro di sciarpa da sola, chi non vuole più rinunciare alle sue due ore quotidiane di lavoro a maglia. Da Napoli e Bolzano, fra associazioni, tra cui anche l’Avis, e case di riposo coinvolte, la referente del progetto stima che in questi mesi l’iniziativa abbia impegnato oltre seicento persone. “Nel gruppo WhatsApp siamo in 150, ma magari una persona arriva a rappresentarne altre trenta…”, riprende Stefenelli che mette di nuovo l’accento sul senso dell’iniziativa. “Al di là del record, ci sembrava giusto prima di tutto non sprecare: credo che il fatto che tutta questa lana servirà poi a scaldare i più bisognosi, possa aver dato una bella spinta a chi ha sostenuto il progetto e che mi piacerebbe ringraziare uno per uno, quando a fine luglio organizzeremo la festa finale e srotoleremo la sciarpa”. Un’impresa nell’impresa, penultimo atto di un progetto partito piccolo e diventato enorme: poi ci sarà da pensare alle coperte…
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